CANZONE degli AMANTI 

CANZONE degli AMANTI 



Ci sono stati giorni grigi

tanti anni insieme e la pazzia

hai fatto già mille valigie

e io ho scritto mille adii

E in questa stanza senza culla

ogni mobile può dire le battaglie e le tempeste

a nulla più somiglia nulla

non ho più voglia di partire

non hai più voglia di conquiste.

Amore mio

mio dolce, grande, immenso amore mio

dalla’alba fino a che il tramonto io

io ti amo ancora sai, ti amo

Conosco tutti i tuoi problemi

di me conosci la magia

ti leggo in viso se hai segreti

e quando hai voglia di andar via

Ma si hai preso qualque amante

bisogna pur passare il tempo

bisogna pur che il corpo esulti

ma posso dirti finalmente

che c’è voluto del talento

ad esser vechhi e non adulti

Amore mio

mio dolce, grande, immenso amore mio

dalla’alba fino a che il tramonto io

ti amo ancora sai, ti amo

E più la vita ci sta dietro

e più tormento ci darà

ma per due amanti è ancora peggio

la pace, la serenità

Ma si, io piango un po’ di meno

ti accendi forse un po’ più tardi

ormai viviamo sulla terra

Al caso più non ci affidiamo

ma ti avrò sempre davanti

in questa nostra dolce guerra

Amore mio

mio dolce, grande, immenso amore mio

dalla’alba fino al mio tramonto io

ti amo ancora sai, ti amo


Questa è una canzone interpretata da Patty Pravo 


QUEL CHE SI DICE 

Quel che si Dice



io vivo solo con mamma

in una vecchia proprieta’ via paganini

con una gatta in liberta’

la tartaruga senza eta’ e i canarini

perche’ mamma riposi un po’

ci penso io visto che so a cucinare

mettere in ordine e pulire

fare la spesa e perche’ no

anche a cucire

paura a lavorare mai

io sono un po’ decoratore

e un po’ stilista

pero’ e’ la notte dove so

che io do’ tutto quel che ho

sono un artista

eseguo un numero speciale

che chiudo col nudo integrale

che mi si addice

e nella sala vedo che

i maschi dicono di me

e’ un uomo o quel che si dice

a cena poi verso le tre

ho tanti amici intorno a me

di tutti i sessi

c’e’ un’ aria di cordialita’

un’assoluta liberta’ senza complessi

scoprendo delle verita’

sul conto di chi non ci va lo lapidiamo

con umorismo sempre

ma con raffinata crudelta’

lo distruggiamo

c’e’

qualche ritardato che

crede di scimmiottare me

con l’ancheggiare

povera gente che non sa

quanto ridicola si fa da compatire

gente che ride piu’ che puo’

parla con gesti da tenore

o grande attrice

io lazzi e frizzi lascio che

passino alti su di me

un uomo o quel che si dice

rientro all’alba e gia’ lo so

che a casa mia ritrovero’

la mia tristezza

parrucca e ciglia togliero’

ma i segni non cancellero’

della stanchezza

mi stendo ma non dormo mai

penso agli amori senza gioia

e derisori

a lui che so soltanto io

infiamma bello come un dio

i miei pensieri

parlargli io non osero’

so che non gli rivelero’

la mia condanna

se il meglio della verde eta’

i letti anonimi lo da’ ad una donna

pero’ non mi guardate mai

con aria di severita’ giudicatrice

che colpa posso avere se

madre natura fa di me

un uomo o quel che si dice.




Charles Aznavour



I RAGAZZI DEL SOLE



Hanno corpi inquietanti
Che distendono al sole
E alle lune nascenti
Perdono ogni pudore
I ragazzi del sole
Hanno i sensi nascosti
Sotto i banchi di scuola
Vanno in cerca d’amore
E tu non turbarmi come quella volta
Quando spiavi dietro alla mia porta
E nel freddo inverno
Si tenevano stretti
I ragazzi del sole
Sotto i jeans aderenti
Hanno mille misteri
E concedono al buio
Rilassanti piaceri
Hanno padri severi
Sguardi dolci e violenti
Vanno in giro da soli
Con la notte tra i denti
E tu non turbarmi come quella volta
Quando spiavi dietro alla mia porta
E nel freddo inverno
Si tenevano stretti
I ragazzi del sole


Questa è una canzone interpretata da Giuni Russo

SOGNANDO

SOGNANDO




Me ne sto lì seduta assente

con un cappello sulla fronte

e cose strane che mi passan per la mente.

Avrei una voglia di gridare

ma non capisco a quale scopo

poi d’improvviso piango un poco

e rido quasi fosse un gioco.

Se sento voci non rispondo

e vivo in uno strano mondo

dove ci son pochi problemi

dove la gente non ha schemi.

Non ho futuro né presente

e vivo adesso eternamente

il mio passato è ormai per me distante.

Ma ho tutto quello che mi serve

nemmeno il mare nel suo scrigno

a quelle cose che io sogno

e non capisco perché piango.

Non so che cosa sia l’amore

e non capisco il batticuore

per me un uomo rappresenta

chi mi accudisce e mi sostenta.

Ma ogni tanto sento che

gli artigli neri della notte

mi fanno fare azioni non esatte.

D’un tratto sento quella voce

e qui comincia la mia croce

vorrei scordare e ricordare

la mente mia sta per scoppiare

E spacco tutto ciò che trovo

ed a finirla poi ci provo

tanto per me non c’è speranza

di uscire mai da questa stanza.

Sopra un lettino cigolante

in questo posto allucinante

io sogno spesso di volare nel cielo.

Non so che male posso fare

se sogno solo di volare

io non capisco i miei guardiani

perché mi legano le mani.

E a tutti i costi voglion che

indossi un camice per me

le braccia indietro forte spingo

e questo punto sempre piango.

Mio Dio che grande confusione

e che magnifica visione

un’ombra chiara mi attraversa la mente.

Le mani forte adesso mordo

e per un attimo ricordo

che un tempo forse non lontano

qualcuno mi diceva t’amo.

In un addio svanì la voce

scese nell’animo la pace

ed è così che da quel dì

io son seduta e ferma qui

Don Backy

PADRE SOLE MADRE LUNA

lPADRE SOLE MADRE LUNA



Eccoci noi due bellissimi

a che serve la complicità

per poi nasconderci

Eccoci noi due caldissimi

Troppo poco la felicità di pochi attimi

Ma strappiamo quel tetto che é sopra di noi

Distruggiamo pareti, segreti e bugie

Occupiamoci solo di noi.

Tu Padre Sole soli ci vedrai

Dei nostri corpi nudi ti innamorerai

e con la sera di rabbia impazzirai perché dovrai lasciarci nel mare piangerai

Tu Madre Luna ti rispecchierai

dei nostri corpi bianchi ti compiacerai

ma troppo presto l’alba ti spegnerà

e un velo di rugiada

sull’erba piangerai.

Attimi e bianche nuvole

testimoni discreti di noi che siamo liberi

Date il sole alla terra e all’amore e alla luna il silenzio alle stelle

Ricopriamoci solo di noi

▪▪▪▪▪▪

​IL CORVO

IL CORVO 

(Marco Luberti)

Dietro alle lenti due begli occhi neri

e sotto il taglio finto di un sorriso

io lì di fronte vuota di pensieri

con la farina sparsa sul mio viso

sembro un pagliaccio travestito a lutto

che si domanda che sto a fare qui

lui sembra un corvo nero e brutto

che vuole solo farsi dire sì.

E mi domanda cose senza senso

cose dovute alla stupidità

di un corvo che vuole il consenso

solo dai corvi della sua città.

Appollaiato sulla sua poltrona

lui mi colpisce col suo becco acuto

potrei annegarlo con un solo sputo

meglio parlargli con sincerità

Io col mio uomo

solo un giorno fa

ero lontana con la mia dignità.
E saltellando sulla scrivania

lui sta mangiando sulla pelle mia

e sta cercando con la sua miopia

di dimostrare la sua verità.

Io che credevo nell’intelligenza

nella sapienza di chi è messo là

a giudicare solo con coscienza

senza pensare alla sua vanità

adesso parlo con un corvo nero

che ascolta tutto ma non sente più

lui sta volando come uno sparviero

e non c’è modo di tirarlo giù.

Dietro alle lenti due puntini neri

e sotto il taglio finto di un sorriso

io lì di fronte vuota di pensieri

con la farina sparsa sul mio viso

sembro un pagliaccio travestito a lutto

che si domanda che sto a fare qui

lui proprio un corvo nero e brutto

che vuole solo farsi dire sì.
Appollaiato sulla sua poltrona

lui mi colpisce col suo becco acuto

potrei annegarlo con un solo sputo

meglio parlargli con sincerità

Io col mio uomo

solo un giorno fa

ero lontana con la mia dignità.

——

Mina

MORIRE TRA LE VIOLE

Morire tra le viole –






(Maurizio Monti)

Sotto il sole, col vestito leggero
che un vento caldo mi stringeva più addosso
forte respirai, col mio piccolo seno
le mie mani pronte e gli occhi chiusi senza più paura

Tanto bella
da concedersi all’amore
un amore sotto il sole
e morire tra le viole
e morire tra le viole

Nella nebbia, io ti vedo arrivare
fuori c’è freddo, sei stanco e seccato
entri in casa ed io sto mangiando una mela
ti sorrido e dico: “Amore, domani è primavera”

Tanto bella
da fermare quel momento
un amore sotto il sole
e morire tra le viole
e morire tra le viole

——


Patty Pravo

PER UN’AMICA 

PER UN’AMICA 


Passeggiamo sulla spiaggia
che il bambino almeno gioca
da dov’è che cominciamo:
dagli amori o dalla noia?…
tuo marito, si, lo incontro:
gran sorrisi gran saluti
e il discorso è già finito
non ci siamo mai piaciuti
cambia gin cambia amori
come un lupo senza tana
senza i tuoi capelli lunghi,
e la tua dolce sottana

come va la nuova storia?
sei tranquilla? meno male
ci si stanca a coccolare
una tigre dentro il cuore
però in fondo rimpiangiamo
gli anni belli gli anni duri
nel deserto degli adulti
quattro occhi quattro muri
nel mio nido di cemento
faccio nascere dei fiori
che peccato che si veda
così poco dal di fuori…

dormo sempre troppo poco
e rimango lì ad aspettare
che qualcosa si spalanchi:
una scusa per andare
poi il giorno entra nel letto
e mi dice tu sei mia
e io mi arrendo, perché no,
a un giorno di vigliaccheria
e la speranza poi si spoglia
e giuro sotto non c’è niente
solo il sole che si perde
tra le case lentamente

sentiamoci vicine
qualche cosa abbiamo fatto
tu quel sole di tuo figlio
io la canzone che ti canto
e forse volano già insieme
contro il vento del futuro
hanno il sangue nelle vene
di due che san tener duro
e ora corrono fratelli
lungo questa spiaggia oscura
e costruiscono castelli

per due donne che han paura…



Testo di una canzone di Ornella Vanoni


UN ‘EMOZIONE DA POCO

UN ‘EMOZIONE DA POCO

(di Ivano Fossati e Guido Guglielminetti) 


C’è una ragione che cresce in me 

e l’incoscenza svanisce 
e come un viaggio nella notte finisce 
dimmi, dimmi, dimmi che senso ha 
dare amore a un uomo senza pietà 
uno che non si è mai sentito finito 
che non ha mai perduto, 
mai per me, per me una canzone 
mai una povera illusione 
un pensiero banale 
qualcosa che rimane 
invece per me, più che normale 
che un’emozione da poco 
mi faccia stare male 
una parola detta piano basta già 
ed io non vedo più la realtà 
non vedo più a che punto sta 
la netta differenza 
fra il più cieco amore 
e la più stupida pazienza no, 
io non vedo più la realtà 
nè quanta tenerezza ti da 
la mia incoerenza 
pensare che vivresti 
benissimo anche senza.

C’è una ragione che cresce in me 
e una paura che nasce 
l’imponderabile confonde la mente 
finchè non si sente e poi, 
per me più che normale 
che un’emozione da poco 
mi faccia stare male 
una parola detta piano basta già 
ed io non vedo più la realtà 
non vedo più a che punto sta 
la netta differenza 
fra il più cieco amore 
e la più stupida pazienza no, 
io non vedo più la realtà 
nè quanta tenerezza ti da 
la mia incoerenza 
pensare che vivresti 
benissimo anche senza.




Anna Oxa

Festival di Sanremo 1978

ALBERGO a ORE 

ALBERGO a ORE 

lo lavoro al bar
d’un albergo a ore
porto su il caffè
a chi fa l’amore.
Vanno su e giù
coppie tutte eguali,
non le vedo più
manco con gli occhiali…
Ma sono rimasto là come un cretino
vedendo quei due arrivare un mattino:
puliti, educati, sembravano finti
sembravano proprio due santi dipinti !
M’ han chiesto una stanza
gli ho fatto vedere
la meno schifosa,
la numero tre !
E ho messo nel letto i lenzuoli più nuovi
poi, come San Pietro,
gli ho dato le chiavi
gli ho dato le chiavi di quel paradiso
e ho chiuso la stanza, sul loro sorriso !
lo lavoro al bar
di un albergo a ore
porto su il caffè a chi fa l’amore.
Vanno su e giù
coppie tutte eguali
non le vedo più
manco con gli occhiali !
Ma sono rimasto là come un cretino
aprendo la porta
in quel grigio mattino,
se n’erano andati,
in silenzio perfetto,
lasciando soltanto i due corpi nel letto .
Lo so, che non c’entro, però non è giusto,
morire a vent’anni e poi, proprio qui !
Me Ii hanno incartati nei bianchi lenzuoli
e l’ultimo viaggio l’ han fatto da soli:
né fiori né gente, soltanto un furgone,
ma là dove stanno, staranno benone !
lo lavoro al bar
d’un albergo ad ore
portò su il caffè
a chi fa l’amore…
lo sarò un cretino
ma chissà perché
non mi va di dare a nessuno
la chiave del tre !


(H.Pagani)